Il complotto ebraico contro la Germania |
Una delle conseguenze prevedibili della crisi è quella di facilitare la diffusione del pensiero della destra reazionaria su larga scala. Ormai da diversi anni si diffondono teorie complottiste che, fino a qualche anno fa, erano patrimonio solo di gruppi isolati e paranoici, di piccoli siti internet e appunto di estremisti di destra. Al contrario si assiste a un silenzio sulle analisi della crisi e sulle strategie per uscirne.
Il complottismo: diffusione del pensiero della destra
E’ ormai facile trovare su internet e sui media ufficiali articoli che riguardano il Bilderberg(1), la Trilateral(2), il complotto del signoraggio(3), gli illuminati o altre associazioni segrete. Ma le teorie cospirative e complottiste non nascono oggi.
Si può notare che ogni grande trasformazione storica e ogni grande crisi sono state accompagnate da teorie cospirative, in genere raccontate dalla parte più reazionaria della società, cioè da quella parte che “resisteva” e non accettava il cambiamento. Per portare alcuni esempi si possono citare le opere di Augustin Barruel (gesuita, feroce contro-rivoluzionario e anti-illuminista che nelle Mémoires pour servir à l'histoire du jacobinisme attribuiva la rivoluzione a un complotto di atei, massoni, illuminati e protestanti contro la chiesa e la corona), i Protocolli dei Savi di Sion (progetto degli ebrei per soppiantare la società tradizionale e la sua morale con la modernità, attraverso il controllo dei media e della finanza), o gli attacchi di Hitler e Mussolini(4) contro il complotto demo-pluto-giudaico massonico (che attraverso la finzione di una democrazia in realtà controllata da una élite di ebrei e massoni aveva lo scopo di indebolire lo spirito nazionale e assoggettare e imbrigliare la potenza di Germania e Italia).
Le odierne teorie complottiste sembrano non aver perso niente tanto del razzismo quanto dello spirito di reazione alla modernità che caratterizzava le passate teorie cospirative. Queste caratteristiche però vengono per il momento celate, lasciando al lettore il compito di arrivare alle debite conclusioni. Nessuno, o pochi, infatti attribuiscono agli ebrei la causa della crisi; però è facile notare che in tutte le liste di nomi degli appartenenti alle cospirazioni vi sia un’abbondanza di nomi di chiara origine ebraica.
Ma quali sono le caratteristiche comuni a tutti i racconti cospirativi?
Innanzitutto il presunto complotto è già in opera ed è diretto contro il “popolo”, con un generico noi indifferenziato (quindi dividendo nettamente tra una piccola minoranza cospirativa e la grande maggioranza indistinta, vittima di tale macchinazione). La cospirazione viene elaborata in piccoli circoli ristretti, segretissimi e impenetrabili, da parte di un numero ristretto di persone potentissime che hanno a disposizione mezzi finanziari e organizzativi di una dimensione tale da realizzare qualsiasi progetto (quando anche non ne vengono fatti i nomi espliciti, questo ragionamento porta alla conclusione che qualsiasi uomo potente, sia esso politico o dell’economia, faccia parte, condivida e attui tale piano). Visto che il progetto va contro gli interessi generali e di ciascuno, i cospiratori devono restare anonimi, così come l’esistenza stessa dell’organizzazione, dei suoi fini e del suo progetto. Questo quindi prevede un controllo totale dell’informazione, per nascondere le informazioni e per indirizzare, attraverso un’informazione distorta, le vicende verso gli esiti da loro desiderati. A questo scopo sono necessari grandi mezzi, sia per attuare il piano, sia per cooptare chi ne venga a conoscenza e pensi di opporvisi, sia per eliminarlo. In sostanza è una teoria totalitaria, omnicomprensiva e omniesplicativa. Tutto rientra nella cospirazione e la realtà risulta completamente pianificata e senza possibilità di fuga.
Gli scopi reazionari della propagazione di teorie complottiste
Davanti a questo genere di racconti ci sarebbe da sorridere, se non fosse che la loro diffusione li renda sempre più pericolosi. Fa di certo sorridere che di queste associazioni “segretissime” vengano pubblicati su internet i partecipanti, gli obiettivi e le strategie per perseguirli(5). Purtroppo non siamo stati così fortunati quando si è trattato di avere le stesse informazioni sulle tante stragi perpetrate in Italia, dalla Strage di Bologna a Piazza Fontana. E quanto c’è voluto per ottenere (parzialmente) i nomi degli aderenti alla P2!
Ma qual’è il vero scopo delle teorie cospirazioniste? E quali idee veicolano queste avvincenti narrazioni?
Penso che i temi principali e più pericolosi che si celano dietro le teorie complottiste siano due.
La prima caratteristica è la personalizzazione. La situazione reale nella quale viviamo, in genere insoddisfacente o in via di peggioramento, sarebbe l’effetto delle decisioni prese da una o più persone. Le conseguenze sono due. Innanzitutto la democrazia è, come sostenevano fascisti e nazisti nell 900 una farsa dietro cui si nascondono i complottisti. Poiché i politici tanto di destra che di sinistra appartengono al gruppo complottista, le contrapposizioni elettorali non sono altro che una bella recita per ingannare il popolo: alla fine l’unico piano che sarà attuato sarà quello dei complottisti. Quindi una soluzione del problema passa per l’eliminazione della farsa democratica. La seconda conseguenza è che se un gruppo di persone è la causa dell’attuale situazione, basta l’eliminazione di questo gruppo di persone per ristabilire una situazione normale e per sconfiggere la cospirazione. Ma questo,nell’ipotesi peggiore, rimanda al terrorismo, una pratica che ha portato solo danni al movimento operaio.
La seconda caratteristica è quella di riunire tutti dietro a un indistinto “noi”. Le vittime del complotto comprendono tutti, esclusi i complottisti. Senza alcuna differenza, fanno le spese del complotto l’operaio e l’impiegato quanto il padrone o il padroncino, sindacati e imprenditori. Le differenze sociali e di classe vengono eliminate e tutti devono riunirsi per contrastare il complotto che colpisce “tutti”. Senza dubbio, a trarre maggiore giovamento da questa visione corporativista non può essere che il capitale.
Davanti a questo genere di racconti ci sarebbe da sorridere, se non fosse che la loro diffusione li renda sempre più pericolosi. Fa di certo sorridere che di queste associazioni “segretissime” vengano pubblicati su internet i partecipanti, gli obiettivi e le strategie per perseguirli(5). Purtroppo non siamo stati così fortunati quando si è trattato di avere le stesse informazioni sulle tante stragi perpetrate in Italia, dalla Strage di Bologna a Piazza Fontana. E quanto c’è voluto per ottenere (parzialmente) i nomi degli aderenti alla P2!
Ma qual’è il vero scopo delle teorie cospirazioniste? E quali idee veicolano queste avvincenti narrazioni?
Penso che i temi principali e più pericolosi che si celano dietro le teorie complottiste siano due.
La prima caratteristica è la personalizzazione. La situazione reale nella quale viviamo, in genere insoddisfacente o in via di peggioramento, sarebbe l’effetto delle decisioni prese da una o più persone. Le conseguenze sono due. Innanzitutto la democrazia è, come sostenevano fascisti e nazisti nell 900 una farsa dietro cui si nascondono i complottisti. Poiché i politici tanto di destra che di sinistra appartengono al gruppo complottista, le contrapposizioni elettorali non sono altro che una bella recita per ingannare il popolo: alla fine l’unico piano che sarà attuato sarà quello dei complottisti. Quindi una soluzione del problema passa per l’eliminazione della farsa democratica. La seconda conseguenza è che se un gruppo di persone è la causa dell’attuale situazione, basta l’eliminazione di questo gruppo di persone per ristabilire una situazione normale e per sconfiggere la cospirazione. Ma questo,nell’ipotesi peggiore, rimanda al terrorismo, una pratica che ha portato solo danni al movimento operaio.
La seconda caratteristica è quella di riunire tutti dietro a un indistinto “noi”. Le vittime del complotto comprendono tutti, esclusi i complottisti. Senza alcuna differenza, fanno le spese del complotto l’operaio e l’impiegato quanto il padrone o il padroncino, sindacati e imprenditori. Le differenze sociali e di classe vengono eliminate e tutti devono riunirsi per contrastare il complotto che colpisce “tutti”. Senza dubbio, a trarre maggiore giovamento da questa visione corporativista non può essere che il capitale.
(continua)
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(1) Il Bilderberg sarebbe una riunione annuale segreta a cui parteciperebbero i maggiori responsabili economici e politici mondiali con il fine di elaborare analisi e strategie. Prende il nome dall’hotel in cui fu fatta la prima riunione.
(2) La Trilateral è un’organizzazione fondata negli anni ‘70 da Rockfeller e da Kissinger per lo studio e la cooperazione trilaterale tra Europa, Usa e Giappone.
(3) Questa “teoria” sostiene che il mondo è controllato dalle banche, che hanno la possibilità di stampare moneta gratuitamente e di prestarla dietro interesse. Attraverso questi debiti ottengono il controllo del mondo e dei destini dei popoli, appropriandosi del patrimonio di questi, tutte le volte che questi non riescono a ripagare il debito. In particolare si mette sotto accusa la Banca Centrale, che ha appunto la possibilità di stampare moneta. Appare evidente che questa sia la trasposizione in chiave moderna e a livello macroeconomico dell’accusa nazista contro gli ebrei colpevoli di affamare attraverso l’usura il popolo tedesco.
(4)
“Se Pietrogrado non cade, se Denikin segna il passo gli è che cosí vogliono i grandi banchieri ebraici di Londra e di New York, legati da vincoli di razza con gli ebrei che a Mosca come a Budapest si prendono una rivincita contro la razza ariana, che li ha condannati alla dispersione per tanti secoli. In Russia vi è l'ottanta per cento dei dirigenti dei soviet che sono ebrei... La finanza mondiale è in mano degli ebrei. Chi possiede le casseforti dei popoli, dirige la loro politica. Dietro i fantocci di Parigi, sono i Rothschild, i Warburg, gli Schiff, i Guggenheim, i quali hanno lo stesso sangue dei dominatori di Pietrogrado e di Budapest. La razza non tradisce la razza. Il bolscevismo è difeso dalla plutocrazia internazionale. Questa è la verità sostanziale. La plutocrazia internazionale è controllata e dominata dagli ebrei” , Benito Mussolini, Il Popolo d’Italia, 19 Giugno 1919
(5) Come esempio significativo propongo questo articolo apparso su un sito di analisi finanziaria. Il testo cita sia i partecipanti ufficiosi (ma l’associazione non era segreta? E se ne conoscono date e luoghi degli incontri e pure i partecipanti?) sia gli obiettivi :
“A Saint Moritz si e' parlato […] del prolungamento artificioso della crisi allo scopo di indebolire le economie nazionali. Una delle colpe maggiori del continente e' avere 400 milioni di persone che vivono con standard di vita troppo alti e costosi per lo stato (vedi sistema di sussistenza e servizi sociali). Per annullare tali privilegi, l'idea e' scatenare "un caos gestito" che sarebbe "utile non solo per screditare i politici, ma l'istituzione della statualita' come tale", che la plutocrazia considera il suo nemico principale. […] Gli obiettivi principali per scardinare i tre pilastri sono: 1) minare le economie nazionali, 2) provocare la rottura dell'Unione Europea e 3) scatenare un "caos gestito" esportando le rivoluzioni, i flussi migratori di rifugiati musulmani e la dipendenza da sostanze stupafecenti.”
http://www.wallstreetitalia.com/article/1192028/top-secret/il-club-dei-potenti-di-bilderberg-vuole-liquidare-l-europa.aspx
Per chi avesse ancora dubbi sull’origine politica di queste teorie, il riferimento all’invasione islamica, così come all’idea di diffondere a livello generalizzato la dipendenza da sostanze stupefacenti riportano parole e temi da sempre utilizzate dalla destra reazionaria e neo-fascista.
Per chi avesse ancora dubbi sull’origine politica di queste teorie, il riferimento all’invasione islamica, così come all’idea di diffondere a livello generalizzato la dipendenza da sostanze stupefacenti riportano parole e temi da sempre utilizzate dalla destra reazionaria e neo-fascista.
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